Sono solo fantasmi
TRAILER
ANNO
2019
GENERE
Commedia
REGIA
Christian De Sica
INTERPRETI
Christian De Sica, Carlo Buccirosso, Gian Marco Tognazzi, Ippolita Baldini, Leo Gullotta, Francesco Bruni, Valentina Martone, Gianni Parisi.
CAST TECNICO
Sceneggiatura Andrea Bassi, Luigi Di Capua, Christian De Sica, montaggio Francesco Galli, musiche Andrea Farri.
PRODUZIONE
Indiana Production in collaborazione con Miyagi Entertainment
DISTRIBUZIONE
Medusa Film
TRAMA
Sono Solo Fantasmi, il film di Christian De Sica, è la storia di due fratellastri: un mago fallito, Thomas (De Sica) e di Carlo (Carlo Buccirosso), partenopeo e oppresso continuamente dalla moglie e dal padre, originari del Nord Italia. Quando muore il padre Vittorio, i due si rincontrano dopo molto tempo a Napoli. Qui scoprono che il genitore, giocatore d’azzardo e dongiovanni, ha avuto un terzo figlio di nome Ugo (Gian Marco Tognazzi), che a prima vista sembra un po’ stupido, ma che rivela essere un vero genio incompreso. Il padre ha lasciato loro anche molti debiti da sanare e non la tanto agognata eredità. Niente soldi da intascare, ma soldi da cacciare. È così che i fratelli decidono di accumulare denaro sfruttando le superstizioni napoletani e credulità del popolo, presentandosi come esperti “acchiappa fantasmi”. Questo nuovo lavoro inizia a rendere bene ai ghostbuster fino quando Carlo non viene posseduto dallo spirito di Vittorio e Thomas e Carlo iniianoa redere da quel momento che quei fantasmi, che avevano messo in dubbio, esistono davvero. Gli spettri catturati si liberano e, pronti alla vendetta, risvegliano il fantasma di una strega, decisa ad annientare l’intera città. Il trio di acchiappafantasmi insieme al padre dovranno cercare di fermare la strega e salvare Napoli.
CRITICA
Nella maggior parte dei film che hai scritto c’è sempre un personaggio vittima del pregiudizio. È stato un caso o è una scelta voluta? “…. Quando ho fatto servizio civile a Tor Bella Monaca ho testato in prima persona il rapporto con il diverso: cos’è il diverso? Quanto ci spaventa? Rifiutiamo sempre qualsiasi cambiamento perche questo ci spaventa. Inconsciamente avevo un senso di stranezza, una sorta di pietà verso coloro che dalla società sono considerati deboli. Un giorno però sono rimasto colpito da questa scena: c’era un tizio che passa davanti a un ragazzo con le stampelle, questo aveva una testa enorme e di punto in bianco gli dà un calcio dicendogli: “A st…, hai visto avete perso”. Quell’episodio mi ha fatto molto pensare, perché sai spesso si dice: “è più facile abbattere un muro che distruggere un pregiudizio” e lui con quel gesto non aveva dato peso alla stampella…” Oramai è passato poco meno di un anno da questa intervista a Nicola Guaglianone, realizzata in occasione dell’uscita di “Non ci resta che il crimine”. Pochi giorni fa abbiamo visto in anteprima il nuovo film di Christian De Sica e abbiamo notato come oramai la penna di Nicola Guaglianone e Roberto Marchionni è una base salda su cui costruire i propri lavori. Si perché se c’è un fantasma dietro questo film, oltre al figlio Brando, sono proprio Nicola e Roberto. L’elemento “patologico” che conosce la verità e che farà scattare la storia è un marchio di fabbrica del loro cinema, sin dal ruolo di Ilenia Pastorelli in Jeeg di Mainetti. Christian e Brando, capendone l’importanza di questo personaggio si sono rivolti a un attore che nel panorama italiano è sempre rimasto in secondo piano pur mantenendo una presenza costanze in quasi 20 anni di carriera: Gianmarco Tognazzi. “Gimbo” come lo chiamano i colleghi e come peraltro si chiama sui social, ha costruito il ruolo di Ugo (omaggio volontario al padre) con meticolosa cura in ogni piccolo dettaglio. Dallo stile nella camminata, agli occhiali storti, a un’espressione facciale particolare, Gimbo modella il personaggio chiave del film senza mai ridicolizzarlo o renderlo un elemento comico ma rimanendo sempre la chiave del film. Facendo un passo indietro e tornando a parlare di fantasmi, ce ne sono molti che aleggiano dietro la realizzazione di questo lavoro. Uno su tutti è la figura paterna: Vittorio De Sica omaggiato e ricordato da Christian in tantissimi momenti. Partendo dalla camminata del mago Thomas (interpretato per l’appunto da Christian stesso) che, dopo un numero andato male si reca a piedi alla metro, lo troviamo passeggiare con il suo costume blu, questi capelli lunghi, in un mondo che lo rifiuta, che lo ignora, un po’ come Umberto D. Ci sono inoltre la sig.ra Cuccurullo, il passante alla stazione che chiede i soldi per aver tenuto compagnia a Buccirosso (aneddoto raccontato in tv da Vittorio), sino ad arrivare a quell’ultima scena che colpisce dritta al cuore dello spettatore e che creerà qualche piccola lacrima ai fan della famiglia De Sica. Un altro fantasma che questa volta viene citato all’inizio dei titoli di coda è un nuovo grande regista che non vediamo l’ora di vedere con un suo lungo: Brando De Sica. Lo avevamo apprezzato già in “Amici come prima” dato che il suo apporto ha portato una ventata di freschezza a due attori che hanno fatto la storia dei film di Natale. In questa nuova avventura Brando “mette in pratica i suoi studi” essendo un grande esperto di horror e di cinema di genere, offre le sue capacità a servizio del padre e assieme a lui costruiscono un film camaleontico che si adagia, seguendo i registri di narrazione offerti dagli attori e dalla storia, creando un lungometraggio lontano anni luce dalla farsa banale ma che offre un possibile nuovo filone essendo fedele in ogni momento al genere di appartenenza. In questo film, con un biglietto solo, si ride, si piange e ci si spaventa, cosa volete di più..