Chopped Italia: un format asciutto e gustoso, tagliato per la tv
11 settembre 2017 – Di Giorgia Iovane
Chopped è un format tagliato con l’accetta e funziona: il suo schema rigido, molto USA, fa sì che le tre manche della sfida procedano spedite, alternando cucina e un pizzico di storie personali. Tutto si ripete in maniera pulita e asciutta, dalla presentazione di Gianmarco Tognazzi, perfettamente nel ruolo, allo schema delle prove. Ci sono i brevi filmati introduttivi – molto Bake Off -, ci sono i cestini a sorpresa – molto MasterChef -, c’è lo schema ripetuto – molto 4 Ristoranti -, ma nonostante questo non siamo di fronte alla copia di mille riassunti. Chopped ha una sua personalità, tutta racchiusa nella velocità del montaggio, del racconto e nella schematicità. Il tocco creativo, per quanto perfettamente in griglia, è il commento dei giudici, Sukyas – il più imprevedibile -, la Marziale – la più ‘femminista’ (forse troppo, nel senso di particolarmente incline a giustificare, consolare, supportare le chef donna con giudizi iniziali favorevoli poi sconfessati dai commenti che accompagnano i verdetti -, Léveillé – il più tecnico. Il cuore è tutto nella scelta degli ingredienti: di fronte a materie prime ignote scatta il “vediamo cosa sono capaci di fare”. Ma c’è anche il tempo di individuare le caratteristiche di ogni chef, i punti deboli e quelli di forza, in una sola prova. Non è poco.
Elementi fastidiosi? L’epiteto ‘chef’, che fa un po’ scuola materna; il confessionale dei concorrenti, che durante la gara si limitano a commentare i piatti degli altri, dicendo che i propri sono migliori: non essendoci delle dinamiche di relazione inevitabilmente si punta al commento sull’avversario, per non raccontare solo le idee e le procedure usate per preparare i piatti.
Fonte: tvblog.it